sabato 17 dicembre 2016

Sully: trionfo del patriottismo o dell'umanità?


"Come è possibile che quello di Million Dollar Baby e Gran Torino sia un fascistone?". Questa e altre domande simili da qualche mese albergano nella mente di molti, in particolar modo da quando Clint Eastwood ha apertamente dichiarato di appoggiare Trump nella corsa alle presidenziali americane.
Ed ecco che molti, armati di impermeabile, lente d'ingrandimento e voglia di scoprire quale mistero si celi dietro la filmografia del suddetto signore, come dei moderni Sherlock Holmes si sono messi alla caccia delle tracce di fascismo e patriottismo nascoste in film come Sully, ultimo lavoro del regista uscito negli Stati Uniti proprio due mesi prima del risultato elettorale americano.
Davanti un Tom Hanks con baffi e capelli bianchi, proprio come il vero Sully (Chelsey Sullenberger, pilota americano), c'è stato chi si è quasi sentito in dovere di passare oltre la sua interpretazione e oltre l'evento portante del film per cercare, nel tentativo estremo di un uomo di salvare ben centocinquantacinque vite, il patriottismo di cui si veste orgogliosamente l'opera.
E, sinceramente, di patriottismo non ce n'è neanche l'ombra.

Non esiste patriottismo che tenga in Sully, perché non è la storia di quanto sia grande l'America o di quanto questa sforni e acclami grandi uomini, ma piuttosto è la storia di un solo uomo contro tutti: la grande America non vorrà premiare il suo coraggio, la sua professionalità e la sua lucidità, ma si troverà costretta a farlo, non senza prima averlo condannato a più riprese per un comportamento considerato scellerato.

È la storia vera di un uomo che verrà ricordato in tutto il mondo come il pilota atterrato nell'Hudson, colui che ha evitato manovre impostegli dall'aviazione per seguire un proprio istinto infallibile (e salvifico) che solo anni di esperienza e passione possono dare.
Cercare il patriottismo in Sully sarebbe come cercarlo in Erin Brockovich - Forte come la verità, o nel nostrano Il Giovane Favoloso, e l'elenco potrebbe continuare; questi e molti altri sono film che celebrano gli uomini, la loro grandezza e umanità, e non i Paesi, e tantomeno cercano di erigere confini fittizi nel tentativo di evidenziare la propria onnipotenza.
Sully è una storia di amore e passione: per il proprio lavoro e per la vita, e gli sguardi, le parole e i visi dei veri sopravvissuti, in un commovente confronto col vero Sully nei titoli di coda, ne sono la testimonianza migliore contro ogni detrattore passato e presente.

di Chiara GodSaveTheBling

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