sabato 10 dicembre 2016
"Animali Notturni" di Tom Ford - Recensione
Susan (Amy Adams) vive a Los Angeles ed è una donna insoddisfatta: nonostante sia un'artista bellissima, brillante e famosa e abbia soldi, fama e una casa meravigliosa, nella sua vita manca qualcosa, quella felicità che anche tutto il denaro del mondo non può darle. In più suo marito non le presta attenzioni, perché preferisce di gran lunga dedicarle all'amante.
La mattina dopo il successo dell'inaugurazione di una sua galleria d'arte, Susan riceve un pacco da un mittente che la lascia a dir poco sorpresa: il suo ex marito Edward (Jake Gyllenhaal), scrittore avviato, le ha inviato la prima bozza del suo romanzo, intitolato "Animali Notturni", e vorrebbe che lei fosse la prima persona a leggere e il libro e gli facesse sapere cosa ne pensa, magari incontrandosi per la prima volta dopo vent'anni, visto che si trova in città. Susan approfitta della sua insonnia e della partenza del marito per New York per iniziare a leggere l'opera.
Il libro la colpisce subito sia perché dedicato a lei, sia per il titolo stesso: Edward, infatti, ai tempi della loro storia la chiamava proprio "animale notturno".
La storia narrata non ci mette molto a catturare Susan: i protagonisti sono la famiglia Hastings, i coniugi Tony e Laura e la figlia adolescente India, i quali si mettono in viaggio attraverso il Texas occidentale. Proprio su richiesta di India, la famiglia non si fermerà una notte a riposare ma proseguirà il proprio viaggio sulla statale; qui vengono tamponati e provocati da dei ragazzi, visibilmente su di giri, a bordo di un'automobile verde, i quali costringono gli Hastings ad accostare sul ciglio della strada, tra provocazioni e minacce. Da qui inizia il calvario della famiglia, e in particolar modo di Tony, con cui Edward si è senza ombra di dubbio immedesimato, come Susan avrà modo di constatare proseguendo nella lettura: entrambi infatti hanno affrontato la perdita e la disperazione.
Il libro è crudo e violento, ingiusto, senza la canonica vittoria del bene sul male, e nonostante Susan ne rimanga irrimediabilmente scossa non riesce a staccarsene poiché, pagina dopo pagina, si rende conto che anche la sua vita è stranamente ed irrimediabilmente parallela a quella di Tony e di Edward.
Proprio su un susseguirsi continuo di parallelismi si fonda il film (tratto dal romanzo "Tony and Susan" di Austin Wright), che vede Tom Ford alla sua seconda regia (la prima è datata 2008 e lo vede dirigere "A Single Man"). Probabilmente è grazie al suo finissimo gusto estetico che "Animali Notturni" è un prodotto superbamente piacevole per la vista: il senso estetico è sopraffino e le attrici femminili sono senza dubbio uno dei punti forti dell'opera, grazie alla loro bellissima presenza e all'elemento che le accomuna, ovvero i capelli rossi.
Sono parallele entrambe le storie raccontate, che inevitabilmente condurranno verso un punto comune, sia i rimandi visivi, le inquadrature, le pose dei personaggi, la piega che assumono le loro vite, sia anche i più piccoli particolari. Inoltre, straordinaria presenza nelle vite dei tre protagonisti, Tony, Edward e Susan, è paradossalmente l'assenza, che in un modo o nell'altro attanaglia le loro vite in una morsa inestricabile.
Il libro, inoltre, porterà Susan a ripensare alla sua vita e a che punto le sue scelte l'hanno condotta: la solitudine di Edward, da cui si è separata da ormai vent'anni, è la sua stessa solitudine; lo stesso vale per la perdita e l'insoddisfazione, scoprendo così che ha in comune con il suo ex marito molto più di quel che immaginava. Se è vero che "ognuno di noi nasce e muore solo", questa massima descrive appieno la vita dei protagonisti e in generale tutta l'opera.
In tutto questo susseguirsi di parallelismi, però, c'è da notare una grande differenza: Gyllenhaal, dividendosi nel doppio ruolo di Tony/Edward, nei panni di quest'ultimo condividerà una silenziosa disperazione con Susan, mentre nei panni di Tony ci grida in faccia il dolore della perdita, dell'assenza, dell'impotenza, la quale colpisce inesorabile e senza esclusione di colpi chiunque, senza stare a pensare a chi ne cadrà vittima.
E proprio impotenti rimangono gli spettatori, abbandonati soli in un viaggio al cardiopalmo all'interno di sé stessi, con mille interrogativi e un senso di esitazione generale nei confronti della vita, della prossima mossa da compiere. L'onnipotenza e la convinzione che andrà sempre tutto bene è un prodotto favolistico, e "Animali Notturni" chiude brutalmente il nostro libro di favole e ce lo strappa di mano, per sostituirlo con un crudo thriller che non è nient'altro che il libro della nostra vita.
di Chiara GodSaveTheBling
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